La Micropsicoanalisi

Cos’è la micropsicoanalisi

È una tecnica di analisi dello psichismo e di risoluzione dei conflitti inconsci che si basa sullo studio dei dettagli microscopici della vita psichica in cui si concentra l’affetto.

La micropsicoanalisi può essere considerata un’evoluzione della psicoanalisi freudiana che, attraverso un percorso intensivo, consente di raggiungere gli strati profondi della psiche e di focalizzarsi su alcuni dettagli della vita psichica generatori di sofferenze e difficoltà esistenziali.

Le basi Freudiane

La micropsicoanalisi mantiene i fondamenti della psicoanalisi classica: le libere associazioni, l'analisi dei derivati dell’inconscio (sogni, lapsus, atti mancati) e l'analisi del transfert-contro-transfert.

Il modello teorico

Sul piano teorico, il modello micropsicoanalitico è energetico-pulsionale. Aggiungendo la componente energetica la micropsicoanalisi integra i contributi delle scienze contemporanee e di altri psicoanalisti (Klein, Jung, Bowlby, Stern) alla metapsicologia freudiana. La micropsicoanalisi può essere considerata una buona sintesi tra la psicoanalisi freudiana e quella delle relazioni oggettuali.

La seduta lunga e la frequenza

Per realizzare lo studio microscopico del dettaglio psichico, pur mantenendo i capisaldi del metodo psicoanalitico classico, sono state elaborate alcune variazioni della tecnica che, in certi passaggi, comportano anche una parziale modifica del setting. L’innovazione fondamentale è l’allungamento della durata della seduta. Essa non è più di 45/50 minuti ma varia da 1,5 a 3 ore. La frequenza può variare da 2 volte alla settimana ad una modalità intensiva con sedute pressoché quotidiane, per periodi brevi. Le sedute lunghe, riducono le resistenze e favoriscono l’emersione di un materiale arcaico.

Materiale fotografico e genealogico

Per facilitare l’emergere di elementi rimossi, sono stati introdotti altri accorgimenti tecnici quali le fotografie personali e di famiglia, le corrispondenze epistolari e chat, il materiale genealogico. Tutto viene studiato ed analizzato in modo minuzioso, mantenendo l’attenzione al dettaglio rappresentazionale ed affettivo.

La combinazione di intensità e lunghezza delle sedute, assieme agli altri accorgimenti tecnici, integrati nella tecnica micropsicoanalitica, rendono questo approccio particolarmente efficace per la risoluzione di problematiche invalidanti e il raggiungimento di un migliore benessere psicofisico.

Il fondatore Silvio Fanti

La micropsicoanalisi fu scoperta negli anni ’50 da Silvio Fanti, psichiatra e psicoanalista svizzero, ed istituzionalizzata nel 1973 in Società Internazionale di Micropsicoanalisi. Fanti sentì la necessità di aggiornare il modello freudiano e la tecnica analitica classica per adattarli alle esigenze di cambiamento dei contesti sociali, familiari ed individuali.

Impostazione flessibile

La micropsicoanalisi enfatizza un'impostazione flessibile, adattando la durata e la frequenza delle sedute alle esigenze individuali. La durata della seduta e la frequenza settimanale vengono stabilite al termine del trattamento preliminare in funzione dell’età del soggetto, della struttura psichica e del funzionamento mentale che si riflettono nella capacità associativa e nel tipo di transfert. Non si esclude l’utilizzo degli strumenti informatici per lavorare da remoto, sebbene si prediligano le sedute in presenza perché più efficaci.

Ruolo attivo dell'analista

L'analista non è più solo un ascoltatore neutrale, ma interviene attivamente per facilitare l'evoluzione del paziente, promuovendone la crescita personale e il miglioramento delle relazioni. Le dinamiche transfert-controtransfert acquisiscono un’altra dimensione: non vengono più affrontate solo come ripetizioni di vissuti utero-infantili e proiezioni di desideri e fantasmi nella situazione analitica, ma anche come interazioni e scambi reali tra i due protagonisti di questa situazione Questo approccio non è considerato in contrasto con la psicoanalisi classica, ma come un suo sviluppo naturale.

"Anelli associativi"

Un concetto chiave è la formazione di "anelli associativi". Un anello associativo è un’ampia connessione di elementi verbalizzati, apparentemente distanti tra loro, che ritornano al termine della seduta rivelando connessioni più profonde e inconsce (Lysek, 2010).

Il concetto di "risonanza"

Viene introdotto il concetto di "risonanza", mutuato dalla fisica, per spiegare come eventi esterni possano riattivare vissuti inconsci e contribuire alla formazione di sintomi. Questo aiuta a comprendere la complessa interazione tra mondo interno ed esterno (Lysek, 2016).

La vita intrauterina

In continuità con gli studi della Klein sul primo anno di vita del bambino, alcuni psicoanalisti della nostra Società hanno dedicato molta attenzione alle prime interazioni madre-bambino a partire dalla vita intrauterina. Le ipotesi pionieristiche di Nicola Peluffo (1976) sulle basi psicobiologiche intrauterine dell’ambivalenza nelle relazioni umane, hanno avuto conferme scientifiche negli studi più recenti in ambito genetico (Haig D. 1993; Wilkins J.F. & Haig D. 2003)

Gli obiettivi

Questo tipo di analisi mira alla realizzazione personale più profonda. L’attenuazione o la guarigione dei sintomi sono un effetto indiretto di un migliore equilibrio interno e relazionale. Lo scopo ultimo è vivere meglio, trovare un accordo con alcuni aspetti della propria psiche che sfuggono alla volontà conscia, uscire da ripetizioni dolorose, tentare di risolvere difficoltà relazionali o personali, sbloccare potenzialità vitali.

La Società Internazionale di Micropsicoanalisi

La Società Internazionale di Micropsicoanalisi fu fondata il 17 febbraio 1973 su iniziativa degli stretti collaboratori di Silvio Fanti che fu nominato Presidente onorario. La sede della Società è a Couvet (Svizzera).

Scopi della Società sono la diffusione della pratica micropsicoanalitica e degli scritti relativi alla teoria e alla tecnica. A tal fine è prevista l’organizzazione di ogni tipo di attività formativa e divulgativa.

Inizialmente essa raggruppava professionisti e simpatizzanti del metodo. Successivamente furono costituiti gli Istituti Nazionali: Italiano, Svizzero e Francese. La diffusione e l’aumento di micropsicoanalisi sul territorio di diverse nazioni, portò nel 2012 all’approvazione di una modifica statutaria in base alla quale la Società opera per il tramite degli Istituti nazionali, i quali, a loro volta, si sono dotati di propri statuti, degli Organi amministrativi e direttivi e di una Commissione di regolamentazione della pratica micropscoanalitica.

ISM

Dalla Psicoanalisi alla  Micropsicoanalisi

Com’è noto la psicoanalisi è un metodo di ricerca che permette a colui che ne fa esperienza, di conoscere i meccanismi inconsci che presiedono molti dei suoi desideri, pensieri e comportamenti. Questa conoscenza permette di risolvere i conflitti tra la parte inconscia dell’appartato psichico e le parti preconscio-consce, vale a dire i conflitti che generano le manifestazioni cliniche, comunemente definite psiconevrosi. In questo consiste anche la funzione terapeutica del metodo psicoanalitico.

La psicoanalisi si pone il compito di studiare l’apparato psichico scomponendolo nelle sue componenti costitutive (inconscio-preconscio-conscio, es-Io-super-Io), grazie al metodo scoperto da S. Freud e sviluppato dai suoi discepoli. Esso si basa su tre capisaldi:

  • le libere associazioni;
  • l’analisi dei derivati dell’inconscio (atti mancati, lapsus, sogni);
  • l’analisi del transfert.

L’equilibrio psichico dell’essere umano è la risultante di una molteplicità di eventi passati ed attuali, tentativi, spinte istintuali, divieti morali e socio-culturali, esigenze contingenti, desideri consci ed inconsci. La dinamica risultante dall’incontro di tutti i suddetti elementi può dar luogo a conflitti che talvolta possono avere anche determinanti ereditarie.

La ricerca delle componenti microscopiche del conflitto inconscio è uno degli scopi principali della micropsicoanalisi che dirige l’attenzione sui dettagli della vita psichica in cui si sposta e concentra l’affetto.

La micropsicoanalisi, scoperta dallo psichiatra e psicoanalista svizzero Silvio Fanti negli anni ’50 del secolo scorso, deriva “da una lenta metabolizzazione della psicoanalisi freudiana e dallo studio comparato delle ripetizioni di vita e di morte che l’uomo attua a sua insaputa”. (Fanti S.,1986).

Per realizzare lo studio microscopico del dettaglio psichico, pur mantenendo i capisaldi del metodo psicoanalitico, sono state elaborate alcune variazioni della tecnica che, in certi passaggi, comportano anche una parziale modifica del setting.

Le principali variazioni sono l’allungamento della durata della seduta e l’introduzione del materiale fotografico e genealogico dell’analizzando.
Nel tempo le modifiche del setting hanno fatto emergere alcuni elementi che hanno comportato l’aggiornamento del modello teorico.

Sul piano teorico, il modello micropsicoanalitico è energetico-pulsionale. Aggiungendo la componente energetica la micropsicoanalisi ha integrato i contributi delle scienze contemporanee e degli altri psicoanalisti alla metapsicologia freudiana.

In continuità con gli studi della Klein sul primo anno di vita del bambino, alcuni psicoanalisti della nostra Società hanno dedicato molta attenzione alle prime interazioni madre-bambino fin dalla vita intrauterina (Peluffo N., 1976 e 2010). Dall’eredità junghiana Peluffo e Tartari hanno approfondito le ricerche sulla dimensione filogenetica della psiche e la trasmissione transgenerazionale dei traumi. La micropsicoanalisi ha anche integrato la teoria dell’attaccamento di Bowlby (1999) e quella dell’accordatura affettiva di Stern (1987). Questi approcci più orientati ad attribuire importanza alla relazione, riverberano anche nella tecnica micropsicoanalitica che è stata concepita sin dall’inizio come un setting flessibile, per adattarsi a numerose situazioni cliniche.

La micropsicoanalisi prende in considerazione il soggetto in tutte le sue dimensioni. Questo vuol dire considerare i desideri e i fantasmi che popolano l’inconscio del soggetto, la qualità della relazione d’oggetto, assieme a certi elementi della realtà che riecheggiano nello psichismo profondo dell’analizzato. Il concetto di risonanza, elaborato da D. Lysek (2016)implica che si prenda in considerazione l’influenza della realtà circostante, in particolare di eventi del presente, che riattivano qualche elemento dello psichismo inconscio.

Tutto ciò riverbera anche nella dinamica transfert-contro-transfert. Le dinamiche transfert controtransfert acquisiscono un’altra dimensione: non vengono più affrontate solo come ripetizioni di vissuti utero-infantili e proiezioni di desideri e fantasmi nella situazione analitica, ma anche come interazioni e scambi reali tra i due protagonisti di questa situazione.

L’atteggiamento dell’analista è meno distante. Egli non esita ad intervenire in modo un po’ attivo e ad interessarsi ai comportamenti attuali della persona, senza, per questo, venir meno alle regole di neutralità ed astinenza.

Questo tipo di analisi mira alla realizzazione personale più profonda, ove l’attenuazione o la guarigione dei sintomi sono un effetto indiretto di un migliore equilibrio interno e relazionale.

Lo scopo ultimo è vivere in modo migliore, trovare un accordo con alcuni aspetti della propria psiche che sfuggono alla volontà, uscire da ripetizioni dolorose, tentare di risolvere difficoltà relazionali o personali, sbloccare potenzialità vitali.

Corsi e convegni